LA DIETA DEL GRUPPO SANGUIGNO O "EMODIETA"
La dieta dei gruppi sanguigni, anche conosciuta come "emodieta", è l’ennesima proposta per chi vuole ritrovare la salute tramite l’alimentazione.
Nasce dall’esigenza di capire perché più persone reagiscano in modo così diverso alla stessa alimentazione.
"Perché un alimento benefico per alcuni può risultare addirittura nocivo per altri?"
La risposta, secondo l'ideatore di questa dieta, si trova nel sistema immunitario, che è strettamente connesso al gruppo sanguigno.
Nel corso dei millenni l’uomo ha dovuto adattarsi a diverse condizioni climatiche, ambientali e alimentari. Questi adattamenti gli hanno permesso di sopravvivere, ma hanno anche provocato grandi cambiamenti nel sistema immunitario e determinato la diversificazione degli antigeni nel sangue.
L’idea di base è che la razza umana possa essere divisa in quattro gruppi, corrispondenti ai gruppi sanguigni formatisi durante l’evoluzione della specie, ciascuno con esigenze alimentari ben diverse.
Per il “gruppo O”, corrispondente ai “cacciatori”, si consiglia una dieta ricca di carne e proteine e povera di cereali.
Per il “gruppo A”, corrispondente agli “agricoltori”, si consigliano i vegetali.
Per il “gruppo B” o “nomade” non ci sono particolari limitazioni.
Da ultimo troviamo il “gruppo AB”, di creazione più recente, con alcune limitazioni, come quella di preferire il pesce alla carne.
La chiave del collegamento tra cibo e sistema immunitario secondo l'ideatore di questa teoria sarebbero le lectine. Esse sono una particolare famiglia di proteine contenute negli alimenti che reagiscono in modo diverso ai singoli antigeni.
Quando ne incontrano uno “incompatibile” inizia l’agglutinazione: le cellule si legano tra loro e formano dei "grumi" che si possono depositare sulle pareti degli organi interni, causando infiammazioni. Queste ultime possono essere più o meno gravi a seconda del grado di compatibilità.
Secondo il naturopata ideatore di questa teoria, questa dieta non serve a dimagrire ma semplicemente a mantenersi in salute riequilibrando l’organismo.
"Bello, se fosse vero!"
Purtroppo anche questo metodo possiede scarsa validità scientifica, come confermato da illustri genetisti ed esperti delle relazioni tra genetica ed alimentazione.
Se è vero che i gruppi sanguigni più noti, e su cui si basa la dieta, sono quattro, in realtà i fattori ematici che si dovrebbero prendere in considerazione, per voler tentare un’improbabile classificazione della popolazione su questa base, sono almeno una ventina.
Con l'avvento di nuovi e sempre più sofisticati strumenti per indagare il genoma (il nostro codice genetico), la ricerca sulle relazioni tra genetica ed alimentazione risulta sempre più complessa. Entrano in gioco numerosi ed importantissimi fattori, sia genetici che ambientali, che concorrono a determinare il nostro rapporto con gli alimenti.
Al giorno d'oggi è sempre più evidente che il fabbisogno nutrizionale varia nel corso della vita e anche delle circostanze e l’unica raccomandazione di base che rimane sempre valida e che possiamo dare a tutti, è limitare il consumo di grassi, abbondare con i vegetali e, soprattutto, scegliere una dieta quanto più possibile variata.
Anche se le nostre interazioni con determinati cibi hanno sicuramente una base genetica, e probabilmente un giorno conosceremo meglio i meccanismi di queste corrispondenze ad oggi piuttosto che cercare spiegazioni senza basi scientifiche, ha molto più senso imparare ad ascoltarsi.
Ci sono tecniche efficacissime che ci permettono di individuare con semplicità e precisione cosa sia realmente adatto per noi stessi e cosa non lo sia affatto.
"Chi meglio di noi stessi può capire e conoscere le nostre necessità ed i nostri reali bisogni?"
Nel mio libro (ebook) “La miglior dieta non è una dieta” spiego nel dettaglio questo importantissimo concetto.
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